In questo articolo ci occuperemo della questione cloro piscina. La regolare aggiunta del cloro nell’acqua della piscina, insieme al regolare controllo del pH, rientra fra le principali operazioni di manutenzione ordinaria. Aggiungere regolarmente cloro è infatti essenziale per avere un’acqua disinfettata, sterilizzata e priva di impurità. La presenza del cloro nell’acqua della piscina garantisce l’equilibrio chimico dell’acqua, ed assicura la sicurezza ai bagnanti.
Andiamo dunque a vedere insieme cos’è il cloro, a cosa serve e le varie tipologie che ci sono in commercio, oltre alle indicazioni pratiche su come, quando e quanto metterne in piscina.
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ToggleIl cloro è il prodotto chimico più diffuso per disinfettare l’acqua della piscina. È un composto chimico che possiede proprietà ossidante, sbiancante e disinfettante. Distrugge gli agenti patogeni presenti nell’acqua, così da garantire un ambiente sicuro e salubre per i bagnanti.
Il cloro è disponibile sotto forma:
granulare
liquida
in pastiglie
Inoltre, è possibile distinguere tra:
cloro shock: un dicloro con alto potere di clorazione, generalmente utilizzato per azioni di pulizia d’urto, come l’iperclorazione che si esegue all’apertura della piscina a inizio stagione
cloro lento o tricloro: impiegato durante la stagione per la manutenzione ordinaria della piscina
Come già accennato, il cloro è un composto chimico che disinfetta l’acqua. Ecco nello specifico quali sono le sue funzioni.
Disinfezione dell’acqua: a contatto con l’acqua, uccide virus, alghe, batteri e qualsiasi altro microorganismo patogeno presente nella piscina, debellando così il rischio di provocare infezioni ai bagnanti
Ossidazione: favorisce la distruzione delle sostanze organiche indesiderate disperse nell’acqua
Eliminazione di cattivi odori: a contatto con sostanze organiche, tipo sudore e prodotti solari, il cloro crea le clorammine, dei sottoprodotti che possono emanare odori sgradevoli e provocare irritazioni a cute ed occhi. A questo punto, il cloro decompone le clorammine, così da ridurre i cattivi odori e migliorando la qualità dell’acqua
Quando si parla di cloro libero si fa riferimento a tutti i composti a base di cloro dall’alto potere disinfettante. Nel momento in cui il cloro libero si combina con gli agenti contaminanti, allora si parla di cloro combinato (o clorammine). Quest’ultimo ha una capacità disinfettante ridotta e maggiori potenzialità di provocare irritazioni.
Se non adeguatamente disinfettata con il cloro, l’acqua della piscina diviene l’ambiente ideale dove si sviluppano e prolificano virus, batteri, alghe, muffe e tutti i microorganismi che possono provocare fastidi e addirittura rischi per la salute dei bagnanti. I problemi più comuni consistono in irritazioni cutanee e bruciore agli occhi. Nei casi più seri, possono manifestarsi anche problemi respiratori, reazioni allergiche e talvolta anche infezioni.
Di fatto, quindi, se non si utilizza il cloro in piscina, si va incontro a fastidi che possono degenerare in rischi per la salute anche molto seri. Proprio per questo, l’applicazione del prodotto all’interno dell’acqua deve essere estremamente precisa e controllata, sia nei dosaggi come nelle frequenze.
Per svolgere efficacemente la sua funzione e per non arrecare danno ai bagnanti, il cloro va misurato regolarmente per controllare i suoi livelli.
Il cloro si misura in ppm, ossia parti per milione.
Per garantire una balneabilità sicura, secondo quanto previsto dall’Autorità Sanitaria, il valore ideale di cloro libero nell’acqua deve essere compreso tra 1,0 e 1,5 ppm, e deve essere distribuito in maniera uniforme nella vasca. Devono invece essere più bassi i valori di cloro combinato.
Come per il pH, i parametri del cloro sono misurabili tramite appositi kit che si basano sulla comparazione di un campione di acqua.
Un eccesso di cloro nell’acqua può provocare fastidi ai bagnanti, che possono accusare irritazioni cutanee, bruciore agli occhi e, nei casi più seri, addirittura rash cutanei e problemi respiratori.
Livelli di cloro troppo bassi possono impedire o rallentare il processo di pulizia dell’acqua, provocando così lo sviluppo di flora batterica e depositi di calcare.
L’aggiunta del cloro nell’acqua della piscina va effettuata in 2 momenti ben specifici.
Riapertura di stagione. Dopo l’inverno, periodo durante il quale la piscina è rimasta a lungo inattiva, prima di procedere con l’apertura estiva ufficiale, è importante eseguire un trattamento d’urto denominato superclorazione o clorazione shock. Rispetto a quanto avviene durante la normale manutenzione, in questo caso, si procede con l’aggiunta di una maggiore quantità di cloro, utile ad eliminare rapidamente ed in maniera profonda le impurità presenti nell’acqua. Oltre che dopo i periodi prolungati di non utilizzo della piscina, il trattamento shock si rivela utile anche a seguito di eventi atmosferici violenti, come intense piogge e forti temporali, che oltre a sporcare l’acqua ne vanno anche a modificare l’equilibrio chimico
Manutenzione ordinaria. Per mantenere l’acqua sempre pulita, trasparente e ben igienizzata, e per prevenire la proliferazione di virus e batteri, nonché la formazione di muffe ed alghe, è necessario aggiungere cloro nell’acqua con frequenza regolare
Per stabilire la quantità di cloro necessaria per disinfettare adeguatamente l’acqua di una piscina occorre tenere conto di alcuni fattori, quali:
dimensioni della piscina
numero medio di bagnanti che utilizzano la piscina
caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua
temperatura dell’acqua
esposizione diretta al sole e/o alle intemperie
Ciò premesso, la quantità di cloro consigliata è pari ad 1 gr al giorno per ogni metro cubo di acqua, a cui sommare 10 gr per ogni bagnante che utilizza la vasca in una giornata.
Vediamo degli esempi pratici calcolati per igienizzare una vasca di dimensioni medie.
Cloro in pastiglie a lenta dissoluzione: una pastiglia da 200-250 gr per 15-20 metri cubi d’acqua
Cloro granulare: 10-15 gr per metro cubo
Cloro liquido: all’inizio, 30 gr per ogni metro cubo, e poi proseguire con 10 gr per il mantenimento
Ad ogni modo, per stabilire la quantità di cloro esatta da introdurre nella propria piscina è bene leggere attentamente e seguire in maniera scrupolosa le indicazioni riportate dal produttore sulle confezioni di cloro o, meglio ancora, attenersi ai consigli del rivenditore di fiducia.
Si consiglia di effettuare i trattamenti con il cloro quando non ci sono bagnanti in piscina e mantenendo attivo l’impianto di filtrazione. Il cloro va fatto agire 8-10 ore. Trascorso tale periodo di tempo, si esegue una misurazione per verificare i quantitativi di cloro residuo. Se questo dovesse risultare troppo alto, si può intervenire con un riduttore di cloro e bromo oppure si aspetta che il valore si abbassi ai valori ideali per la balneazione, ossia nel range 1,0-1,5 ppm.
La frequenza con cui si deve aggiungere cloro nell’acqua della piscina dipende dagli stessi fattori che servono a determinare la quantità di prodotto (dimensione della vasca, numero di bagnanti, temperatura dell’acqua…). Ad ogni modo, per la manutenzione ordinaria della piscina, il cloro va messo, mediamente, ogni 7-10 giorni.
In ogni caso, è sempre consigliato effettuare un monitoraggio regolare dei livelli di cloro per poter intervenire tempestivamente con una correzione se necessario.
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Nel loro ampio catalogo puoi trovare test per misurare i livelli di cloro, oltre ad una vasta gamma di prodotti per clorazione, disponibili sia in forma granulare che liquida.
I chimici professionisti di R.M. Prodotti Chimici sono inoltre a disposizione per eseguire analisi e monitoraggi, così da poter offrire consulenze personalizzate per consigliare il prodotto più adatto e spiegare i dosaggi precisi con cui procedere.
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